lunedì 13 novembre 2017

Sasha e il polo Nord - Recensione -


Data di uscita: 16 dicembre 2015 (Francia)
Regista: Rémi Chayé
Durata: 81 Min

Nella San Pietroburgo fine dell'ottocento una giovane aristocratica sogna di esplorare l'artico per ritrovare l'amato nonno Oloukine, un grande esploratore partito diversi anni prima per arrivare al centro del Polo Nord e mai più tornato. La cancellazione di una sala dedicata al nonno e il ritrovamento di una pagina del suo diario con alcune coordinate del viaggio fanno decidere a Sasha, il nome della ragazza protagonista, di scappare di casa e sfidare se stessa e il clima ostile per organizzare una spedizione per ritrovare l'amato nonno. Il viaggio la porterà ad intraprendere un percorso di liberazione dai propri opprimenti ricordi e di autoaffermazione personale, il tutto mischiato con il gusto dell'avventura più pura.


Sasha è una ragazza triste, in un ambiente che lascia poco spazio di iniziativa alle donne, con genitori sicuramente non cattivi ma che non riescono a comprendere le sue aspirazioni, legata al tragico ricordo del nonno (la figura paterna per Sasha). Una ragazza perennemente imprigionata in una grigia prigione di ghiaccio che neanche il sole sembra capace di illuminare appieno. Grazie però al viaggio intrapreso Sasha imparerà prima ad avere fiducia in se stessa, e successivamente grazie alla scoperta della nave del nonno ad accettare la sua scomparsa (l’accettazione e il superamento del lutto sono uno dei temi principali del film) ed ha vivere la propria vita senza le pesanti catene del passato.

L'animazione ricorda molto quella di una illustrazione di un libro o di un fumetto, con i contorni dei personaggi poco definiti e una colorazione simile a dei pastelli. Sicuramente il colore predominane per la gran parte del film è il bianco/grigio della onnipresente neve, cosa che dona al film una caratura sognate e favolistica, tranne quando la sua ostilità si fa presente nella sua silenziosa e fredda minaccia. Ci sono poche scene dove il colore/calore (mi piace molto questo abbinamento) si fa dominante, sicuramente quella più riuscita è a mio giudizio quella finale dove una nuova Sasha guarda un tramonto dai colori fortemente sgargianti e che scaldano il cuore.

La storia in se è abbastanza classica, ma con interessanti sviluppi: c'è la volontà di parificare i generi ma rispettando la femminilità del personaggio e senza quella forzatura che porta spesso i personaggi femminili a diventare dei simil uomini in gonnella come piace a molti produttori (alla Xena per intederci). Un riscatto sociale realistico e non il semplice disneyano "in me c'è di più", l'avventura per il semplice gusto di esplorare ecc.

Non mancano purtroppo le forzature e alcuni personaggi sono caratterizzati poco e male (i due fratelli che governano la nave dove si imbarca Sasha per dire) e una relazione amorosa molto blanda lascia il tempo che trova. Il finale tronco e senza un palese "E vissero tutti felici e contenti" potrebbe lasciar deluso qualcuno ma personalmente l'ho trovato una scelta azzeccata, sopratutto se la si guarda nell'ottica di un viaggio di scoperta dell'io della protagonista, dalla famiglia che si crea da se attraverso le conoscenze che si fanno nel corso della nostra vita, dell'esplorazione e del viaggio come coronamento di quella sete inestinguibile di curiosità che ogni uomo ha da sempre e che possiamo fermare per pochi istanti grazie alla visione di un orizzonte carico di promesse.

Le musiche sono veramente belle, scritte dal musicista Jonathan Morali, che probabilmente molti ricorderanno per alcune canzoni presenti nel videogioco Life is Strange.


Un vero peccato che il passaparola in Italia su questo film si stato veramente scarso. Certo non ci troviamo di fronte a un film perfetto, ma ha sicuramente qualcosa da dire. Quindi se ne avete la possibilità vi consiglio di recuperarlo in dvd.


4 commenti:

  1. Come stile ricorda molto certi cartoon della fine degli anni'60s.
    Grazie per la segnalazione!

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    1. In effetti lo stile ricorda leggermente quello di Hanna & Barbera. Personalmente adoro i film con questo stile desueto.

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