lunedì 22 gennaio 2018

L'ora più buia - Recensione -


Titolo originale: Darkest Hour
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 2017
Durata: 114 min
Genere: biografico, drammatico, storico, guerra
Regia: Joe Wright
Sceneggiatura: Anthony McCarten

1940, la situazione per gli alleati dopo le sfolgoranti vittorie dell'asse in Polonia, Danimarca e Belgio si fa sempre più critica, neanche l'esercito francese considerato fino a quel momento la forza armata più forte del mondo è capace di arginare la macchina bellica nazista, anzi gli eserciti alleati rischiano di essere annientati a Dunkerque. Nel frattempo in Gran Bretagna dopo le dimissioni di Neville Chamberlain diventa Primo Ministro Winston Churchill, un uomo con una pessima fama e un altrettanto pessimo carattere, ma sarà proprio la sua ostinazione a dare la carica a una disillusa popolazione per ritrovare il riscatto e salvare con una operazione senza precedenti i 300.000 uomini dell'esercito inglese impegnati a Dunkerque.


L'ora più buia è un film biografico moderno, con una storia contenuta in un breve periodo storico (dalla invasione del Belgio da parte dei tedeschi all'operazione Dynamo) e nella quale i nazisti non compaiono mai anche se la loro presenza rimane costantemente presente nell'ombra. 

Il film mostra un Winston Churchill con tutte le sue storture di uomo: Il vizio del bere, il tabagismo, le maniere rozze e brusche, la capacità di manipolare il prossimo; ma anche i suoi pregi come: l'abilità oratoria senza pari, il suo umorismo, la volontà d'acciaio e il coraggio senza pari (anche di ammettere sinceramente di avere paura).  

Visivamente il film è d'impatto, con una buona regia dietro, che riesce bene a ricreare la sensazione di buio crepuscolare, quasi da fine di un mondo. Peccato che a un buon aspetto visivo non si associ una sceneggiatura altrettanto ben riuscita, non certamente pessima ma mediocre, a cui sembra importare solo di mettere una croce su una lista di punti buoni solo per vincere facilmente l'oscar. 

Dispiace sopratutto vedere un film con una così buona realizzazione cadere nella mediocrità per una serie di scelte di sceneggiatura veramente pessime. L'interessante punto di riflessione sul fatto se Churchill sia stato veramente un genio o solo un personaggio che riuscì a spuntarla per un caso fortuito grazie alla sua testardaggine e abilità oratoria (ricordiamoci che vent'anni prima fu proprio Churchill a pensare e promuovere la disastrosa campagna di Gallipoli, e quello fu il primo di una lunga serie di disastri.) viene accantonato per ingigantire e indorare di gloria la sua figura con mezzi veramente pessimi. Peccato perché alcuni elementi come il rapporto con il re e il primo ministro o la storia del segno della vittoria nel loro piccolo funzionano.  

Bravissimo Gary Oldman che nonostante i chili di trucco addosso riesce bene a far suo il personaggio e a far trasparire tra borbottii, arrabbiature e battute al vetriolo la forza e il fascino di Winston Churchill.   



In definita L'ora più buia è un buon film biografico, con ottime idee per narrare i vizzi e le virtù di un personaggio giustamente rimasto nella storia, peccato che tali idee rimangano solo spunti e alcune scelte di sceneggiature ne affossino di molto il risultato finale (sopratutto la scena della metropolitana).

6 commenti:

  1. Retorico ok, ma Oldman è enorme, l'ultima mezz'ora si finisce in piedi esultando ;-) Cheers

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    1. Verissimo, Oldman riesce a impersonare benissimo la figura di Winston Churchill, tanto che spesso è la sua capacità recitativa a salvare il film dalla noia.

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  2. Concordo, la sceneggiatura è un po' facilona ma perlomeno è equilibrata ed instilla un legittimo dubbio allo spettatore un po' più "attento". Oldman in compenso è immenso senza ombra di dubbio!

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    1. Personalmente nel film avrei preferito una maggiore sviluppo sull'ambivalenza del personaggio, sopratutto considerando quanto si presti a una tale riflessione il personaggio storico, per esempio per il rapporto conflittuale con Stalin o la durissima invasione dell'Italia voluta proprio da lui. Anche perché il resto della sceneggiatura non lascia granché allo spettatore dopo la visione.

      Su Oldman sono d'accordassimo, la sua abilità recitativa nel film era senza pari, praticamente ha affossato tutto il resto del cast con la sua sola presenza.

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  3. Gary Oldman salva da solo tutto il film con la sua recitazione, per il resto un buon film con però diverse scelte discutibili in fase di sceneggiatura.

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    1. Verissimo, la scena della metropolitana è esemplare in questo. Su Oldman siamo tutti d'accordo.

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