Quando una nuova storia del mio autore texano preferito arriva finalmente in Italia il mio lato "barbarico" non che può gioirne. La giovanissima Providence Press ci delizia con quattro storie di questo solitario investigatore tutto muscoli e azione.
Steve Harrison come vuole la tradizione howardiana è alto, dalle spalle possenti, dagli occhi azzurri e con una strana conoscenza per un occidentale della mentalità orientale (tanto da essere il punto di riferimento per combattere il crimine nel malfamato quartiere orientale di River street in una anonima città americana). Più avvezzo a risolvere la situazione di pericolo prendendola di petto che applicando i sofisticati metodi della "Baskerville Avenue" (tanto che nella sua prima avventura viene detto chiaramente che il suo stile d'azione si basa sul principio che "la miglior difesa sia l'attacco massiccio"). Davvero inusuale il fatto che Harrison è un detective disposto a scendere a patti con le forze criminali che dovrebbe punire quando la situazione lo richiede, cosa che lo discosta un po' dagli eroi più famosi di Howard come Solomon Kane o Conan (da cui però rimane profondamente legato come craterizzazione generale, tanto che anche lui scoppierà in furiosi spargimenti di sangue). Un personaggio che fa dalla sua contemporaneità temporale un'interessante variazione tematica dagli eroi prettamente fantasy (Kull di Valusia) e quelli ispirati da eventi o personaggi storici (Bran Mak Morn).
Le avventure che lo riguardano sono tutte legate al fascino/minaccia delle culture orientali (la famosa teoria della "invasione gialla") che le popolazioni americane subivano in quel periodo. Quindi aspettatevi storie piene di culti segreti votati alla conquista dei paesi "bianchi", esseri dotati di apparenti poteri magici, veleni e intrugli dai portentosi effetti. Un mix affascinante di eventi drammatici e macabri pieni di atmosfera, storie al cardiopalma e colpi di scena avvincenti e azzeccatissimi. Con punte di atmosfera weird che raggiungo, senza però inserire elementi sovrannaturali tipici dell'horror puro, punte di vero e proprio terrore (Bellissime a mio avviso le storie Zanne d’oro e sopratutto I Ratti del Cimitero su questo punto).
Come tutte le produzioni di Robert e. Howard la pubblicazione dei racconti fu problematica e non tutti i racconti furono pubblicati quando l'autore era ancora in vita. Delle nove storie che ci sono giunte complete, solo 4 videro l'uscita prima della sua dipartita. Al conto si aggiungono una storia incompleta (The mistery of Tannermoe Lodge) e una sinossi senza titolo di un undicesimo racconto.
A mio giudizio le storie: "I Nomi nel Libro Nero" e "I Ratti del Cimitero", valgono da sole il prezzo del libro. Con la loro riuscita atmosfera e con una storia davvero entusiasmante e accattivante la prima e orrorifica la seconda, che vi conquisteranno al primo colpo.
Sono presenti i seguenti racconti:
- Zanne d’oro;
- I Nomi nel Libro Nero;
- I Ratti del Cimitero;
- Il Segreto della Tomba. che presentato assieme a "Zanne d'oro" nella stessa rivista subì un cambio di nome del protagonista (che diventa Brock Rollins) e dell'autore (Patrick Ervin) per evitare di presentare lo stesso autore di due storie diverse.
L'edizione della Providence Press è visivamente accattivante, sopratutto per una copertina che rispecchia bene cosa si va a leggere e ne riesce a ricreare le atmosfere. Peccato che il formato in brossura renda estremamente facile ammaccare o graffiare il libro se lo si legge o lo si trasporta con poca cura (a me il libro è arrivato leggermente danneggiato per colpa di un corriere molto menefreghista). All'interno è una presente un interessante saggio introduttivo (Steve Harrison, una “messa in scena macabra per un detective), molto approfondito anche se forse leggermente dispersivo in alcuni punti e una piccola biografia (con una foto di Howard in tenuta "piratesca" che mi ha molto divertito). Un vero peccato che questa edizione raccolga solo 4 racconti su 9 delle storie legate a questo personaggio (solo un'altra storia escludendo quelle proposte in questa edizione è arrivata in Italia grazie alla Newton Compton, più precisamente il racconto "Il signore dei morti", compresa nella raccolta "Storie Dell'Orrore" di Gianni Pilo), a mio giudizio un po' scarsa come proposta. Spero vivamente che questa iniziativa abbia successo e che ci vengano tradotte altre storie su Steve Harrison e di altri personaggi howardiani, che per troppo tempo sono rimasti ingiustamente inediti qui in Italia (Steve Costigan o El Borak).
In definitiva è un libro che consiglio vivamente agli appassionati di Howard e delle storie Pulp, ma che potrebbe risultare interessante anche a un profano. Una raccolta di racconti che mostrano la capacità dello scrittore texano di adattarsi a ogni genere e farlo proprio con il suo personalissimo stile.
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