lunedì 8 febbraio 2016

The Hateful Eight - Recensione -

Anno: 2015
Durata:187 min (versione 70 mm)
             167 min (versione digitale)
Genere: western, thriller, giallo (per certi aspetti per me)
Regia: Quentin Tarantino
Soggetto: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino



Sono finalmente riuscito a vedere il nuovo film di Quentin Tarantino. Premetto che la sala dove sono andato a vedere il film proiettava la versione digitale del film (altrimenti avrei dovuto farmi più di 400 km per raggiungere la prima sala disponibile che proiettava in 70mm) quindi mi affiderò a quella versione per recensire il film. Sono rimasto piacevolmente colpito da questo film che considerò uno dei suoi migliori film, mentre ai miei amici con cui sono andato a vederlo in sala non è piaciuto molto.


Il film riprende le abilitazioni di Django Unchianed, ma dal caldo sud il film si sposta verso il glaciale Wyoming. Veniamo a sapere che la guerra di secessione è finita da qualche anno. Il film si apre con una diligenza che avanza nella neve fitta, mentre una tempesta è all'orizzonte pronta ad investire in breve tempo i nostri viaggiatori. A bordo c'è il cacciatore di taglie John Ruth detto "il boia" e la sua prigioniera Daisy Domergue, il duo è diretto a Red Rock dove la donna verrà consegnata alla giustizia per i crimini commessi. Mentre la diligenza prosegue lungo il suo percorso si presentano prima il Maggiore Marquis Warren, un ex soldato diventato cacciatore di taglie e successivamente Chris Mannix presunto nuovo sceriffo di Red Rock, che chiedono ambedue un passaggio nella carrozza visto che le loro cavalcature hanno ceduto al clima impietoso. Nel frattempo il clima peggiora e il nostro gruppo è costretto a trovare rifugio presso la stazione della diligenza più vicina. Qui vengono accolti non dalla proprietaria, ma da uno sconosciuto (bob, un messicano). All'interno sono presenti altri 3 misteriosi personaggi: Oswaldo Mobray il boia di Red Rock, il mandriano Joe Gage e l'ex generale della Confederazione Sanford Smithers. Una serie di eventi farà capire che qualcosa nella stazione non quadra. Mentre il clima si farà sempre più freddo la diffidenza tra i personaggi sale.

Rispetto al precedente film di Tarantino questo The Hateful Eight ha una impostazione più corale delle scene. Non c'è un vero protagonista e quindi battute e scene sono equamente divise tra i personaggi. La scelta mi è piaciuta molto, visto che ha permesso di dare spessore ad ogni personaggio e ogni frase o gesto permette di scoprire qualcosina di ogni personaggio. Dall'altro canto la mancanza di un personaggio principale può comportare una certa difficoltà nel seguire le scene concitate, oltre a non permettere di affezionarsi a un determinato personaggio (come invece permetteva Django).

I personaggi sono sicuramente tutti ben riusciti e accattivanti. Sopratutto il Magg. Marquis Warren (Samuel L. Jackson), John Ruth (Kurt Russell) e Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). Che godono di una verve al vetriolo davvero ben riuscita, con dialoghi sempre azzeccati. Ho adorato (e assieme a me il pubblico in sala) i botta e risposta tra John Ruth e Daisy Domergue, davvero geniali e divertenti e mai banali. Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh fanno un lavoro davvero egregio sui loro personaggi. I personaggi meno riusciti per me sono Joe Gage (il mandriano) e Sanford "Sandy" Smithers (l'ex generale confederato) personaggi che non hanno quasi mai nulla da dire e che non hanno un vero scopo nell'economia nel film.

Per il comparto visivo posso dire che è veramente stupefacente, ogni inquadratura è funzionale alla storia e quasi mai inutile. Onestamente non sono un grande esperto di video, ma sono pienamente soddisfatto della qualità che il film propone.

Le musiche di Ennio Morricone sono perfette. Spero vivamente che vinca l'oscar perché se lo merita.

Per quanto riguarda la sceneggiatura credo che di western il film abbia solo la patina esterna, mentre il cuore della storia si avvicina per modalità e svolgimento ad un giallo classico (sopratutto all'enigma della camera chiusa e al romanzo "dieci piccoli indiani" di Agatha Christie), ovviamente nel pieno stile tarantiniano. Con una lenta apertura che colpo di scena dopo colpo di scena porta ad un rapido finale. Abbiamo quindi un clima di sfiducia e sospetto che aumenterà dopo ogni evento fino alla conclusione finale. Una sceneggiatura davvero ben realizzata che riesce sempre a catturare l'attenzione degli spettatori. il film gode di una verve comica veramente stuzzicante, forse il film più umoristico del regista, difficilmente resterete impassibili alle battute o movimenti slapstick dei personaggi. Tarantino sa il fatto suo a livello di sceneggiatura/regia.

L'unica grossa pecca che posso riscontrare sono dei tempi registici non sempre azzeccati, sopratutto nella parte finale. Emblematica la scena dove uno dei personaggi sta per fare una grossa rivelazione ai fini della trama e la scena si interrompe di botto facendo partire immediatamente un prequel che spiega gli eventi accaduti ore prima, che per me stride tantissimo con lo stile adoperato con le scene precedenti e risulta troppo forzato nel contesto. Sembra quasi che il regista avesse paura che la gente non averebbe capito come si erano svolte effettivamente le vicende e quindi fosse necessario una spiegazione sugli eventi precedenti. Una scena che per i miei gusti non mi è piaciuto molto è il dialogo tra il Magg. Marquis Warren e  Sanford "Sandy" Smithers, che ho trovato fuori luogo, decontestualizzato e volto solo a dar luce alle ottime capacità recitative di Samuel L. Jackson, ma ripeto sono solo i miei gusti personali. Anche la scena finale non riscuote il mio pieno plauso.  

Il doppiaggio è ottimo e ben realizzato. Ogni doppiatore è ben azzeccato al suo personaggio e riesce a dargli le giuste sfumature caratteriali.

Tarantino sforna un'altro capolavoro. Forse non il suo film migliore ma sicuramente uno trai i più riusciti. Se avete amato Django questo forse potrebbe risultarvi un tantino più indigesto, ma vi consiglio comunque di dargli comunque qualche possibilità. Per il resto sono presenti i marchi di fabbrica di Tarantino: Sangue a palate, sceneggiatura ricca di battute al vetriolo e scene ad effetto, morti come se piovesse ecc. Come detto sopra a me è piaciuto moltissimo, anche più di Django, mentre ai miei amici presenti in sala molto poco. Quindi vedete voi se andare o no, io da parte mia vi consiglio di andarlo a vedere per avere almeno una vostra idea sul film (e no, nel caso non vi dovesse piacere non sono previsti rimborsi da parte mia :P ).

P.S Se vi va sentitevi liberi di commentare qui sotto sul film o su Tarantino in generale.

Anche Quentin vi invita a commentare

Ci sentiamo alla prossima ;)

4 commenti:

  1. Hai stroncato due delle mie scene preferite, peraltro a mio avviso perfettamente inserite nel film e a loro modo geniali: il monologo di Samuel L. Jackson l'ho trovato a dir poco ipnotico, quanto al flashback subito dopo il devastante colpo di scena del quarto capitolo è un modo assai ironico di spezzare la tensione e rivelare allo spettatore tutto l'intrigo celato all'interno dell'Emporio di Minnie.
    Insomma, l'ennesimo capolavoro di Quentin, la rivisitazione personale delle Iene e de La cosa. Domani sera vado a rivederlo, stavolta purtroppo non in 70 mm :(

    P.S. Occhio, correggi il post: Mobray e il mandriano non sono la stessa persona :)

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    1. Ho inserito quelle due scene perché per me stridono con il modus operandi usato fino a quel momento. Se ci fai caso la storia dei personaggi in questo film ci viene sempre raccontata a voce da qualcuno, quasi fosse un radiodramma, solo in quelle due scene Tarantino cambia le sue stesse regole e il risultato non è dei migliori per me. Il monologo di Samuel L. Jackson per dire, è fatto benissimo, solo che credo che avrebbe ridato di più se fosse stato raccontato e non mostrato. Poi tanto di cappello a Tarantino per il suo lavoro.

      Purtroppo di Tarantino ho visto solo qualche film e non ho mai visto la cosa (il genere horror non fa per me). Lo so devo rimediare.

      Buona visione e grazie per aver commentato.

      P.S Grazie per la segnalazione ora dovrebbe essere corretto.

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  2. Solito film del solito SOPRAVVALUTATO Tarantino, un uomo ed un regista che non riuscirà MAI ad eguagliare ed essere come i suoi miti di gioventù (del suo amico Rodriguez poi non ne parliamo, può tornare a vendere tacos)!
    Il suo meglio l'ha dato TUTTO negli anni 90, e non è che pure all'epoca fosse chissà che rivelazione! Dopo Jackie Brown poteva pure mollare la cariera di regista e sceneggiatore e dedicarsi a cose come il montaggio o i ruoli da caratterista che tutto sommato gli venivano discretamente.

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    1. Mi sembra un giudizio un po' pesante, il suo cinema può non piacere ma è veramente ingiusto definirlo scarso.

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