lunedì 17 agosto 2015

Haruki Murakami L'autore e consigli di lettura



Oggi parlerò di uno dei miei autori preferiti. Non sarà facile non cadere nella idolatria,  ma proverò comunque a dire perché per me bisogna dare almeno una possibilità a questo autore. Murakami è stato uno dei primi autori giapponesi che abbia mai letto. Un giorno capitando per caso (bisognerebbe specificare che per me le librerie hanno un campo gravitazionale proprio che inesorabilmente finisce per attirarmi, anche se quella libreria la conosco a menadito) spulciando tra i libri di una libreria sotto casa fui attratto da una copertina rossa con un titolo inglese ma scritto da un giapponese, mosso da curiosità decisi di prenderlo. Quel libro era Norwegian Woods scritto da Murakami, che in breve tempo riuscì a conquistarmi e farmi prendere tutto il resto della sua produzione. Ma cosa mi ha conquistato della sua scrittura? Perché penso che mi meriti almeno una lettura?


Quello che mi piace di Murakami è la sua capacità di rendere accettabile l'impossibile, quella sua capacità di farci leggere di un personaggio che alla ricerca del proprio gatto si ritrovi improvvisamente in un mondo onirico, o che una giovane commessa di un ristorante italiano si trovi davanti al titolare nel giorno del suo compleanno con la promessa di avere un suo desiderio esaudito che il protagonista parti per la ricerca di una pecora dai misteriosi poteri psichici.
Senza che nel lettore scatti il pensiero di star leggendo cose impossibile o assurde,  ma anzi le crede possibili e certe (ai fini della trama ovviamente). Un'altra cosa molto interessante è che i romanzi di Haruki Murakami non hanno un fine certa, le storie si interrompono a un certo punto, nonostante i tentavi fatti dal protagonista per arrivare alla verità. Si interrompono ad un certo punto come nella vita reale, come se il narratore non avesse più nulla da dire sulla vicenda e dasse per scontato che l'interlocutore sappia gli altri dettagli o non abbia voglia di raccontarli considerandoli superflui. Sommiamoci un'ulteriore effetto straniante derivato dalla cultura giapponese per certi versi aliena alla nostra e il mix sarà perfetto.

I titoli che consiglio sono:

Norwegian Wood: Il mio primo romanzo che ho letto di questo autore. è quello che consiglio per iniziare a leggere le sue opere. Ispirato come molti dei suoi romanzi da un racconto breve, in questo caso "la lucciola". Sicuramente il romanzo è il più "tradizionale" della sua produzione, cosa che comunque non sminuisce la sua qualità. è veramente difficile non immedesimarsi nel protagonista "Tōru Watanabe" un giovane che non è ancora riuscito a trovare il proprio ruolo nella società e che si divide tra due donne/simbolo, di cui il protagonista è attratto. Naoko amica d'infanzia di Watanabe che a causa di eventi traumatici ha rinunciato a vivere rifugiandosi in una bolla di oscurità e dolore. Midori Kobayashi è la controparte Luminosa di Naoko, caratterizzata dalla inossidabile voglia di vivere, per quanto la vita possa essere dura. Come infine dimenticare Sturmtruppen" il compagno di stanza di Tōru, studente di cartografia. Ossessionato dalla pulizia e dalla forma fisica, grazie alle sue nevrosi dona una notevole quantità di aneddoti che Tōru racconta per divertire i suoi interlocutori. Un giorno sparisce senza lasciare tracce (uno dei primi di una lunga serie di personaggi a scomparsa di Murakami).

"Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. [...] Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. È quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti."


Dance Dance Dance

Seguito di "Nel segno della pecora", anche se ne riprendere poco della trama. Il protagonista, un giornalista freelance , il cui nome non viene rilevato, sta cercando di recuperare la sua vita dopo un difficile matrimonio che ha incrinato le sue poche certezze, svuotandolo pezzo per pezzo, ma sembra che le risposte che cerca possano trovarsi dentro il Dolphin Hotel. Un Hotel ormai scomparso. Starà al protagonista cercare l'hotel scomparso, mentre i pezzi della sua vita vanno pian pian ricongiungendo. Affascinati sono la receptionist Yumiyoshi e la ragazzina tredicenne Yuki (sicuramente il personaggio a cui ci affezioneremo di più durante la storia).


"Anche quando apriamo un libro, siamo sempre in cerca di compensazioni."





L'uccello che girava le viti del mondo

Sicuramente il capolavoro di Murakami. Nel romanzo il protagonista Toru Okada riceve una misteriosa chiamata da una donna che non conosce, ma la quale sembra conoscerlo molto bene. Dopo aver cercato invano il proprio gatto inizieranno una serie di eventi che porteranno il protagonista, prima a perdere la moglie, poi a incontrare una serie di personaggi (non tutti inizialmente con un chiara finalità nella trama). Inizieranno una serie di disavventure che porteranno Okada a iniziare una disperata ricerca della moglie. Ci sono capitoli che narrano della seconda guerra mondiale in Cina, che sembrano irrilevanti ma che si rivelano di importanza capitale per la storia del romanzo.  


"Mi domando se sia realmente possibile capire perfettamente un'altra persona. Anche quando ci sforziamo di conoscere qualcuno mettendoci tutto il tempo e la buona volontà possibili, in che misura possiamo cogliere la sua vera natura? Sappiamo ciò che è veramente essenziale riguardo a quell'altro che siamo convinti di comprendere tanto bene?"


Come raccolta suggerisco:

I salici ciechi e la donna addormentata

Contiene all'interno le migliori storie brevi scritte da Murakami, ottimo libro da leggere in spiaggia o nei ritagli di tempo.


“Nella vita, ci sono momenti in cui si ha davvero bisogno di mangiare qualcosa di buono. E in quei momenti, a seconda che uno entri in un buon ristorante o meno, l’esistenza può prendere un corso del tutto differente. È come cadere da questa o da quella parte di un muro.” 

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