mercoledì 19 agosto 2020

Fantasy & Science Fiction 10 (Maggio - Giugno 2014) - Recensione -



Questo volume di Fantasy & Science Fiction tratta il tema delle creature fantastiche e degli spiriti primordiali, siano essi esseri mitologici come i Blemmye o creature figlie della tecnologia moderna come nel racconto di John Wyndham. Sopratutto si esplora il tema di come la loro presenza possa modificare le nostre esistenze nei modi più incredibili.

I racconti presenti sono:

Un Blemmi o Blemmye
Lo Stratagemma del Blemmye di Bruce Sterling: Ci troviamo alle fine dei regni crociati nella Palestina, in una terra insanguinata dove i cristiani e islamici combattono per il possesso dei luoghi santi e le infinite ricchezze presenti. Nessuno sa però che un Blemmye (in italiano Blemmi, seconda la tradizione greco-romana popolo collocato nella Nubia e descritti come degli esseri acefali, con gli occhi e la bocca posti sul ventre o sul torace) coadiuvato da una suora e dal capo degli assassini controlla ogni azione mossa dai contendenti. Purtroppo il Blemmye ha perso la gioia di vivere e i frutti del suo defunto amore sono più letali che mai... Piccolo gioiellino di Sterling, di un nichilismo e cinismo veramente toccanti.

La Creatura Perfetta  di John Wyndham: L'amore e rispetto che oggi proviamo verso gli animali ha cambiato il nostro modo di pensare e agire verso di loro (in alcuni casi come per il protagonista forse anche in modo troppo radicalmente opposto). Cosa succederebbe se un "essere", enorme e non particolarmente carino, creato in laboratorio provasse un forte e inarrestabile sentimento di attrazione verso i nostri confronti? Saremmo ancora capaci di farci araldi degli animali?  Un divertentissimo racconto che ci fa riflettere su quanto troppo spesso tendiamo a dare caratteristiche umane ai nostri animali.

lunedì 17 agosto 2020

Ronja di Astrid Lindgren - Recensione -


Qualche tempo fa avevo adocchiato il nuovo lavoro di Goro MIyazaki (il figlio del ben più famoso Hayao Miyazaki, che ha sempre oscurato la figura del figlio), una riduzione del omonimo romanzo di Astrid Lindgren (l'autrice di Pippi calzelunghe). Purtroppo della serie sono riuscito a vedere solo pochi episodi ma la storia mi colpì molto, complice una ambientazione nordica che la sua mitologia ha fascino da vendere. Quando qualche mese fa ho trovato in un mercatino una vecchia edizione Junior gaia del romanzo me la sono portato a casa in un battibaleno.

Castelmatteo dopo la tempesta

la trama vede come protagonista Ronja, la figlia di un capo di una banda di briganti, nata durante una forte tempesta che ha spaccato in due il castello dove vivono (chiamato Castelmatteo). Ronja è una bambina imprevedibile e audace, che combatte sempre per quello che crede giusto. Un giorno la ragazza fa amicizia con Birk, il figlio del capo della banda rivale, ma il loro rapporto è contrastato dalla rivalità delle due famiglie. I due ragazzi faranno di tutto per non rimanere divisi, arrivando al punto di sfidare i loro padri.

mercoledì 12 agosto 2020

Fantasy & Science Fiction 9 (Aprile 2014) - Recensione -



Riprendiamo l'appuntamento con la rivista di fantascienza e fantasy di Elara "Fantasy & Science Fiction". Come si può capire dalla bellissima copertina il tema di questo volume è la fede e le religioni, sia nelle loro applicazioni più quotidiane che quelle nelle alte sfere.

I racconti presenti sono:

Fuoco Azzurro di Bruce McAllister: Bonifacio XII salito alla soglia papale giovanissimo, si ritrova ormai prossimo alla morte a rivivere un evento importante della sua infanzia. Il mondo è in preda alla minaccia dei signori oscuri e delle loro affascinanti proposte di vita eterna, la lotta è più aspra che mai. Può un'anima perduta ottenere la redenzione? Un bellissimo racconto sulla sottile differenza tra bene e male. 

Luz di Arthur Porges: Un racconto molto interessante, basato sulla leggenda che ogni uomo è presente un osso indistruttibile; tale elemento sarà usato da Dio per ricreare il corpo dell'individuo il giorno del giudizio (almeno così afferma la Cabala ebraica). Una storia fantastica con uno svolgimento da giallo. Veramente ben fatto e appagante da seguire.

Feynman nostro che sei nei Cieli - Plumage di Paul di Filippo: Interessante e divertente racconto che porta il lettore a visitare una stramba chiesa "scientifica", che usa le dottrine della fisica quantistica come base per le proprie credenze. Peccato che tale religione sia poco aperta a nuove interpretazioni.

lunedì 10 agosto 2020

Pinocchio. La storia di un burattino di Carlo Collodi - Recensione -



Pinocchio è uno dei personaggi letterari più famosi, molti probabilmente lo conoscono grazie al film omonimo della Disney, e il suo libro è stato tradotto in più di 220 lingue diverse (complice il fatto che dal 1940 i diritti d'autore sono scaduti). Un successo che il tempo non è riuscito a scalfire, visto la costante riproposizione della storia del burattino. Basti pensare allo sconosciuto ma rispettoso del materiale originale film animato del 1971, alla famosa serie tv della Rai o il recente film di Garrone.

Una storia di formazione dal lieto finale e dai giusti messaggi pedagogici. Tutti la conosciamo, perlomeno a grandi linee: un discolo impenitente ma sostanzialmente buono, che si fa traviare dalle cattive compagnie ma che alla fine dopo diverse traversie trova la giusta strada e per ricompensa diventa un bambino vero. E se vi dicessi che di questa storia esistono due versioni differenti? Quasi agli antipodi? Infatti se si guarda con attenzione si può notare una certa discrepanza tra i primi quindici capitoli del romanzo e i successivi. I primi hanno un tono decisamente più oscuro, il tema della crescita morale del personaggio è decisamente messo in sordina.

I disegni di Simone Stuto
Come tanti racconti fiabistici è indubbio che il personaggio di Collodi ha subito nel corso del tempo uno snellimento in molti aspetti, sopratutto quando il testo brillava per crudezza e dubbia moralità. Eppure in questo caso si assiste ad un ulteriore sviluppo della vicenda. Tra il 7 luglio e il 27 ottobre del  1881 un titubante Collodi pubblica in quindici capitoli quella che sarà la prima versione del romanzo. Una storia molto diversa da quella che conosciamo, con un burattino che non ha nessuna voglia di apprendere dai propri errori, egoistico, che antepone sempre la scorciatoia facile e veloce alla strada giusta ma difficile. Pronto a calpestare la bontà paterna e i saggi consigli del grillo, forse consapevole di essere vittima di un destino che non esita più volte a farsi beffe di lui. Perfino nel momento di massima tragedia, quando tutto è perduto e finalmente il tanto atteso pentimento arriva, per Pinocchio non c'è riscatto e tutto sembra farsi dileggio della sua situazione.

venerdì 7 agosto 2020

Fantasy & Science Fiction 8 (Marzo 2014) - Recensione -






Elara ha annunciato in queste settimane l'ennesimo ritorno della rivista (chissà se finalmente potremo godere di un nuovo volume dopo ben tre anni di assenza). Mi sembra una buona occasione per riprendere la trattazione dei volumi usciti. C'è sicuramente da dire che i volumi pubblicati da Elara sono sempre di alta qualità, si leggono raramente racconti di bassa lega e il materiale ha sempre una propria linea interna. Il tema centrale di questo volume è come la magia o il mistero possano entrare nella quotidianità.

I racconti presenti sono:

Runesmith di Harlan Ellison e Theodore Sturgeon: Di questo racconto ho trovato molto interessante la genesi. Per un periodo Sturgeon fu ospite nella casa di Ellison, un periodo abbastanza lungo da permettere a Ellison di avere la malsana idea di scrivere un racconto insieme, peccato che Sturgeon non fosse il soggetto più collaborativo ed serio che si potesse desiderare per una storia a quattro mani anzi... (uno dei problemi che Ellison dovette affrontare durante la loro convivenza fu convincere Sturgeon ad indossare almeno un costume da bagno mentre faceva jogging, in modo da placare i vicini sconvolti nel vedersi ogni giorno un uomo nudo correre per la strada. Theodore burlescamente nella sua parte di storia decise di non far minimamente avanzare la trama, rendendo difficile a Ellison continuare la storia, cosa che lo fece arrabbiare moltissimo. Per concludere il testo Ellison arrivò perfino ad inscenare di essere in letto di morte per costringere il compare ad concludere il racconto, ma Theodore Sturgeon non cascò nel tranello ed andò in montagna con i figli. Ci vorrebbero più scrittori di questo genere.

lunedì 3 agosto 2020

S-21 La macchina di morte dei khmer rossi di Rithy Panh, Christine Chaumeau - Recensione -


Probabilmente oggi il nome Kampuchea Democratica non dice molto, ma tra 1976 e il 1979 esso rappresentò il tentativo più folle e perverso di realizzare una sorta di utopia comunista in terra, schiacciando e tentando di annullare ogni sorta di sentimento umano per creare l'essere nuovo ipotizzato dal partito. Per realizzare questo proposito l'Angkar (letteralmente "l'organizzazione" in Khmer, una organizzazione politica che ricorda moltissimo il Grande Fratello di Orwell) divise la popolazione in due grandi categorie: La vecchia gente o "popolo del 70" considerato quello più adatto per diventare l'uomo nuovo della rivoluzione perché già proveniente da zone controllate dai Khmer o facente parte della cultura contadina; e la nuova gente o "popolo del 75", formato da intellettuali (molto spesso bastava avere degli occhiali, simbolo per eccellenza della classe media, per essere inseriti in questa categoria), borghesi e monaci, considerati ormai corrotti e quindi da eliminare. S-21 fu uno dei maggiori centri di sterminio creati nella Kampuchea Democratica, con l'obbiettivo di schedare in modo maniacale ogni essere umano che entrava nella struttura, per estorcergli una confessione di colpevolezza con la tortura e poi eliminarlo. Delle diciassettemila persone imprigionate solo 7 di esse riuscirono a sopravvivere. Il materiale usato per la realizzazione del film "S-21, la machine de mort Khmère rouge" è stato ripreso da Rithy Panh per la stesura di questo interessante libro.

Il leader supremo della Kampuchea Democratica Pol Pot
L'intento di Rithy Panh è stato quello di voler riunire, venticinque anni dagli eventi, due sopravvissuti e 5 ex carcerieri e metterli e costringerli a confrontarsi. Sopratutto per capire come gli ex aguzzini, individui apparentemente comuni e senza particolari elementi di spicco, siano diventati abili e insensibili strumenti di morte per l'Angkar, perdendo progressivamente qualsiasi forma di umanità.

Il libro di Rithy Panh e Christine Chaumeau permette di avere uno spaccato del lato più mostruoso e nascosto della Cambogia del periodo.