venerdì 4 maggio 2018

L'isola dei cani (Film) - Recensione -


Titolo originale: Isle of Dogs
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2018
Durata: 101 min
Genere: animazione, fantastico, avventura, commedia
Regia: Wes Anderson
Soggetto: Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman, Kunichi Nomura

Wes Anderson non è certo nuovo all'animazione in passo a uno, avendo diretto nel 2009 l'ottimo "Fantastic Mr. Fox", ma questo film è un progetto tutto nuovo e senza la sceneggiatura di terzi. La storia doveva essere inizialmente una semplice fiaba, ma poi il regista si è accorto che la trama del film non era poi molto lontano dalla realtà.  

Nel 2037 nella città giapponese di Megasaki tutti i cani vengono messi in quarantena su un'isola di rifiuti a seguito dell'isteria collettiva causata dalla paura della "influenza canina". Non tutti i cittadini però vengono contagiati dalla paura e il ragazzino Atari Kobayashi parte verso l'isola dei rifiuti per ritrovare il proprio cane. Atari dopo un atterraggio disastroso, riceve l'aiuto di cinque cani, che decideranno non senza qualche ripensamento di proteggerlo dalle autorità che lo vogliono riportare indietro. 

Sono da sempre un grande amante dei cani e quindi la mia recensione potrebbe essere di parte, ma ho trovato questo film veramente molto bello. L'isola dei cani è una stupenda fiaba sul rapporto di affetto e amicizia vera che ci lega a questi adorabili animali a quattro zampe, capaci nella loro ingenuità di superare le barriere della comunicazione, per rimanerci vicini sia nella vita di tutti i giorni che nelle difficoltà.


In una sorta di percorso espiatorio, Atari rappresenta nella sua fanciullezza il collegamento ancestrale tra l'uomo e il cane, scevro dalla perfidia e dall'interesse egocentrico che sposso caratterizza l'essere umano adulto (che nel film si fa frequentemente accompagnare dal gatto). Altro tema centrale è la comunicazione, con gli essere umani che parlano solo e quasi esclusivamente giapponese (tranne in alcune scene dove arriva la presenza esterna di un traduttore a farci comprendere il testo), mentre gli animali parlano in italiano, in una perfetta metafora della difficoltà di comunicazione, dove solo i gesti e le immagini riescono a colmare lentamente il vuoto. Altro tema interessante è quello ecologista/animalista, con l'umanità che cerca di scimmiottare la natura/Dio e decidere essa stessa cosa sia da salvare e cosa invece da buttare, ma come dimostra l'isola dei rifiuti, l'unica cosa che riesce ad ottenere è la distruzione del proprio equilibrio naturale e l'afflizione di enormi dolori a chi è più debole e indifeso, in questo caso i cani, che invece si dimostrano nella loro capacità di perdonare i torti molto superiori al genere umano.


Ognuno dei cani è ottimamente caratterizzato, e c'è una certo sviluppo psicologico durante la pellicola. Non manca poi un azzeccatissimo umorismo di fondo, che si sviluppa con i giusti tempi e non risulta mai noioso o fuori contesto. Altro punto riuscitissimo è a mio giudizio la perfetta mimica facciale dei "pupazzi", che riesce benissimo a farci comprendere lo stato mentale dei personaggi (basti guardare la scena dove Atari trova la gabbia del suo cane o quando il protagonista deve accettare un difficile passaggio di consegne tra il suo cane e il cane chiamato Capo). La tematica giapponese è poi perfettamente integrata e l'influenza delle pellicole di Akira Kurosawa si sente in molti passaggi del film.

L'unico difetto che si potrebbe dare al film è quello di dare poco spazio ai nemici di Atari e alle loro motivazioni, oltre al fatto che alcuni personaggi compaiono troppo avanti nella pellicola per avere il giusto spazio (la ragazzina americana per fare un esempio).

In definita L'isola dei cani è una bellissima fiaba ambientalista e sullo stretto rapporto affettivo che ci lega ai nostri animali da compagnia.












4 commenti:

  1. Non vedo lpora di vederlo, davvero: lo attendo sin da quando vidi il trailer!
    I difettucci che citi (nemici, comparse troppo in là) secondo me sono dimenticabili vista la sicura poesia del film **

    Moz-

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    1. Idem! Infatti sono corso al cinema appena ho visto che lo mettevano in sala.

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  2. Lo attendo anche io con ansia, ci andrò con mia moglie.

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    1. Ti consiglio di non lasciartelo scappare, è un film che merita molto.

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