lunedì 20 novembre 2017

Cerimonie nere (La città vampira di Paul Féval, Il villaggio nero di Stefan Grabinski, La cerimonia di Laird Barron) - Recensione -




Se c'è una certezza nel mondo Urania è che le collane laterali hanno sempre una vita brevissima, questo volume infatti chiude Urania Horror (o forse si tratta solo di un pausa per rinascere in un nuovo formato chissà) con un interessante e grosso volume, che propone una sorta di best of in ordine cronologico della produzione di tre grandi scrittori del panorama Horror.

Il volume si apre con "La Città Vampira" di Paul Feval (1875), un autore oggi sconosciuto ai più ma che in vita rivaleggiò per fama e successo con Doumas. Dotato di una fantasia scafata per ogni genere d'avventura, scrisse quello che si può considerare il primo thriller letterario. Come spesso accade però la vita dello scrittore non fu di certo tranquilla. Convertitosi alla religione cattolica, in un eccesso di zelo religioso distrusse o rimaneggio ogni sua opera in modo che si adattasse alla sua nuova visione spirituale. Un lavoro che lo distrusse fisicamente e mentalmente, e che unito a un tracollo finanziario, non gli lascio scampo. Incredibilmente "La Città Vampira" passò quasi indenne il nuovo furore religioso, e tranne qualche piccola revisione è sopravvissuta intatta fino a noi.


Il romanzo è una riuscita satira del romanzo gotico, che in quel periodo imperava in Inghilterra, oltre che essere una vendetta per  tutti quei scribacchini che non facevano altro che rimasticare le idee altrui (sopratutto francesi, visto che il diritto d'autore era bellamente ignorato ai tempi). Bisogna dire che il romanzo oggi può risultare difficile da seguire, sopratutto se non si ha dimestichezza con lo stile gotico, ma la verve comica dell'autore rimane veramente tremendamente efficacie ancora oggi. Tutto il romanzo è una presa goliardica sui elementi cardine dei romanzi di Ann Radcliffe. Non mancano infatti le frecciatine all'autrice inglese, per esempio che soffra di costanti vuoti di memoria e disattenzioni che rendono i suoi racconti lacunosi e pieni di errori logici o la continua descrizione dei personaggi inglesi come pregni delle migliori virtù, ma che finiscono costantemente nei guai (e sono salvati dal disastro dai loro fidati servitori). Sicuramente la parte migliore a mio giudizio è quella riguardate i vampiri e i loro poteri, molto diversi da quelli che siamo abitualmente abituati a pensare grazie al romanzo di Stoker. Si va dalla capacità di assorbire (o meglio come dice nel romano "succhiare") al proprio interno le proprie vittime per poi farli diventare suoi famigli (ogni vampiro a seconda del grado può avere anche migliaia di sottoposti) o la capacità di sdoppiare il proprio essere (e ovviamente i suoi subordinati) in due parti completamente indipendenti (anche se soggetti a particolari condizioni riguardanti le ore).

Il secondo libro proposto è Il villaggio nero di Grabiński. Contemporaneo di Lovecraft, agli orrori cosmici del primo sostituisce quelli del tempo e della soggettività interiore, dei pericoli che si possono celare dietro anche agli argomenti più ragionati. Per certi aspetti la loro produzione è molto simile, ma se quella di Lovecraft erano incentrate su un pessimismo cosmico e sul rifiuto del mostruoso, Grabiński si concentrava sulle forze esterne/interne che schiacciavano l'individuo in una dimensione più intima. Demoni si più concreti ma non per questo meno inquietanti come: la velocità, la nostalgia, l'inconscio, il fuoco e tanti altri. Tutti trasfiguranti in chimere dal sapore mitologico, che non compaiono solo nei sogni ma anche durante la veglia, tanto che anche la ragione può diventare il peggiore degli incubi. A mio giudizio il migliore autore tra quelli proposti, sopratutto per racconti come: “Demone del movimento”, “Saturnin Sektor” e “Vendetta degli elementi”  tutti racconti capaci di risvegliare in noi atipiche paure ancestrali.

Laird Barron è sicuramente un elemento valido e il suo romanzo scorre piacevolmente, purtroppo lo sviluppo abbastanza banale e le continue alternanze tra flashback e tempo presente producono un risultato abbastanza deludente a mio giudizio, sopratutto nella parte centrale veramente noiosa.

Delude un po' constatare che per concludere questa collana Urania abbia ristampato dei romanzi/raccolte che erano già stati pubblicati precedentemente da altri editori (tranne la città vampira di Fèval che risulta inedito), forse con l'obbiettivo di risparmiare il più possibile. Non che il risultato finale sia da buttare, ma diciamo che ci si aspettava di meglio.


4 commenti:

  1. Non la seguivo con costanza, ma questa collana mi ha permesso di recuperare qualche opera ad un prezzo onesto e con una confezione nuova e curata.
    Peccato.

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    1. Rispetto a tante collane simili era partita con il piede giusto. Peccato che il mercato delle edicole sia ormai rarefatto anche solo per le pubblicazioni della collana madre. Solo per aver pubblicato qualcosa di nuovo di Robert E. Howard avranno la mia simpatia.

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  2. Tra parentesi "La Città Vampira" era un romanzo del quale la Mondadori aveva annunciato l'uscita già dai tempi della collana Epix e quindi stiamo parlando del 2009\10. Sinceramente la cosa mi ha suonato tanto di riempitivo.
    In quanto alle ristampe da altri editori ricordo anche che- con tutti i romanzi di Brian Keene inediti nel nostro paese e con tutta la curiosità dei lettori nei confronti di questo autore- a Segrate hanno preferito ristampare l'unico già edito in Italia da altri.
    Forse da parte dei vertici di Segrate sarebbe il caso di rivedere una parte della politica editoriale che essi stessi praticano...

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    1. Credo che anche l'antologia horror di Howard rientri in questa operazione recupero. In Mondadori si applica il classico "non si butta via nulla". Chissà se rivedremo mai la seconda parte dell'antologia sugli amici di Lovocraft rimasta tragicamente a metà.

      Urania Epix! Che ricordi! Un'idea sulla carta vincente ma pensata malissimo e applicata peggio. Ancora oggi mi chiedo quali sostanze hanno permesso una cosi alta fiducia nel progetto da consentire la pubblicazione per due mesi di seguito di due volume al mese invece di uno.

      Sono totalmente d'accordo.

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